venerdì 29 aprile 2016

Raduno Steampunk-Vittoriano al Festival del Volo - Seconda Parte

In attesa che le sale del Castello Dal Verme siano pronte per ospitare un Gran Ballo Vittoriano, torno a parlare del Raduno Steampunk al Festival del volo per puntare questa volta i riflettori sui retroscena che hanno accompagnato l'evento.
Il punto d'incontro era il cortile di Villa Mirabello, dove due mongolfiere erano ormeggiate in attesa di portare i visitatori in un volo panoramico nel cielo del parco... questo, almeno in teoria, era quello che sarebbe dovuto succedere. A causa del numero enorme di partecipanti (alcuni di noi sono arrivati in ritardo a causa del traffico che aveva bloccato il centro di Monza, che è l'incubo di ogni automobilista in un giorno normale) ciascun volo avrebbe dovuto essere prenotato, e a causa del forte vento tutti i voli sono stati annullati.
Qui mi vedete accanto a Wilhelm Eimers
Costretti a terra, abbiamo trasformato un volo fallito in un set fotografico con le mongolfiere sullo sfondo. Wilhelm Eimers, l'uomo che avrebbe dovuto condurre le mongolfiere, un campione di Volo Aerostatico tedesco, già vincitore della Gordon Bennet Cup è stato molto colpito dai nostri costumi e dal concetto di Steampunk, e qualcuno di noi è rimasto affascinato dall'idea di avere un campione di volo aerostatico a pochi passi (niente domande per favore).
Dal momento che avevamo perso la prenotazione, siamo stati accompagnati in una visita guidata all'interno dei saloni della villa, dal cui cortile, ci è stato raccontato dalla guida, si è alzato il primo volo in mongolfiera fuori dalla Francia e il quarto in assoluto. Sul pallone c'èra il Conte Paolo Andreani, e l'evento è stato anche uno dei primi fatti di cronaca ad essere documentato da un'immagine (un dipinto; la fotografia sarebbe arrivata solo alcuni anni più tardi).
Sempre Monza fu teatro di uno dei primissimi lanci col paracadute, eseguiti dalla pioniera del volo Elisa Garnerin.
L'orgoglio nazionale però é stato come al solito affondato dalle condizioni non proprio ottimali del museo, le cui sale apparivano spoglie e poco fruibili, specie se paragonate al museo dedicato alla prima missione antartica che ho visitato quando ero in Scozia. Anche la guida ha lamentato la scarsa conoscenza e il basso interesse degli italiani per la loro storia, e di questo non posso che rammaricarmi.

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