giovedì 15 settembre 2016

Celtic Body Painting II - Celtic Roots

Il contest di Celtic Body Painting si ripete per il secondo anno, e cresce sia per abilità dei truccatori che per iniziativa dei partecipanti, allargando i propri obiettivi.
Face Painting
Daniela Cavatoni di Barbatrucchi, specializzata nel trucco per le fiere e gli eventi, divide quest'anno l'iniziativa in due tranches, dedicando il primo giorno al Face Painting, mentre il secondo vede gli artisti esibirsi sul palco in una gara di body painting, che funziona più o meno come una gara cosplay ma con più trucco e meno costume, non per questo però con meno talento.
Body Painting
Chi vi partecipa infatti, non si limita a farsi dipingere addosso delle decorazioni, per quanto elaborate, ma porta sulla scena delle coreografie anche molto complesse e impegnative.
Il tema del concorso inoltre é Celtic Roots, i disegni e le coreografie sono cioè ispirati ai simboli della cultura celtica e al suo vasto corpo di leggende.
Questo comporta un limite in più, che in un normale concorso di Body Painting non ci sarebbe, ma gli artisti riescono a lavorare nei limiti loro imposti trovandovisi molto più a loro agio rispetto all'anno scorso.
Alla gara inoltre non partecipano solo donne, anche se la presenza maschile é piuttosto ridotta (un solo partecipante, accompagnato da una ballerina e da un pezzo heavy metal).
Le vincitrici... più uno.
Entrambi dimostrano coraggio, prima che presenza scenica e abilità nell'esecuzione, che pure non mancano nella coreografia (che rimanda alla discesa all'Annwn, l'Aldilà Celtico).
Le altre partecipanti tuttavia non sono da meno, e riportano alla vita le figure mitologiche celtiche come la Dea Guerriera Cathimandua (rappresentata con una spada) e l'oscura Morrighan (coronata dal teschio di un corvo) fino alla gentile Signora dei Boschi Rhiannon, che porta invece una corona di rami e in mano tiene un sonaglio che rappresenta il canto degli uccelli, formando una triade quasi senza volerlo.
Momento scemo
Rivive così una sacralità antica, in cui una persona "prestava" il proprio corpo alla Divinità che attraverso di esso poteva manifestarsi, in una celebrazione della natura, della vita e del corpo stesso (senza rinunciare a un momento di autoironia una volta scese dal palco) che invece la tradizione più recente, ossessionata dalla Morte,  ha deciso di reprimere, ed è un vero e proprio crimine. Questo però è un argomento per un altro giorno.
Continuate a leggere.

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